Billaudot PEPIN CAMILLE - PLUIE, LARMES DE LA TERRE - COR & PIANO
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Billaudot PEPIN CAMILLE - PLUIE, LARMES DE LA TERRE - COR & PIANO
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Pioggia, lacrime della Terra è un pezzo per corno e pianoforte. Se la crisi sanitaria che stiamo attraversando provoca un isolamento forzato, è anche l’occasione per ritornare all’essenziale. Il mio bisogno di riconnessione con la natura è stato allora più forte che mai. Ritrovandola, ho realizzato ancora più intensamente quanto essa ci sia preziosa. È così che, preoccupata dai cambiamenti climatici, ho iniziato a lavorare su quest’opera. Se il corno è simbolicamente uno strumento magico, il pianoforte è l’acqua, è Debussy… Ho pensato che ci volesse un po’ di magia liquida per preservare questa natura distrutta dai nostri stili di vita. Mescolando questi due strumenti, volevo esplorare sonorità che esprimessero le mie angosce: far piangere la Terra. L’immagine della pioggia come sue lacrime non ha smesso di abitarmi durante la concezione del pezzo. La prima parte è ispirata dalla vera pioggia e la seconda dalla metafora delle lacrime. L’atmosfera è prima misteriosa con le sue sonorità fragili. Aggregati gravi e profondi creano un paesaggio inquietante, in contrasto con sottili accordi luminosi che rappresentano la speranza. Il pianoforte dispiega passo dopo passo un motivo fluente. Il corno, con un timbro velato, intona il motivo fondatore dell’opera. Poi il tappeto liquido della tastiera riempie progressivamente il paesaggio sonoro. I suoi accordi morbidi sono ogni volta interrotti da un flusso di note rapide che scorre dal corno. Quest’ultimo tenta un canto di speranza, ma lo stesso destino lo attende. Questa pioggia ormai diluviale diventa più acida. Grazie ai colori gravi intrecciati dei due strumenti, la Terra ronza, cercando di avvertirci della minaccia. Le gocce d’acqua cadono con un ritmo instabile e i motivi precedentemente liquidi diventano più incisivi. Infine, il diluvio si placa e ci lascia un paesaggio vuoto e desolato. Il corno richiama malinconicamente le note fondatrici dell’opera e il pianoforte sgranella alcune perle di pioggia — ultime lacrime versate? — prima di ritrovare la tessitura iniziale. Questa appare purificata. In un ultimo momento sospeso, la Terra attende un barlume di speranza. L’opera è tinta di un colore triste. Le modalità di esecuzione utilizzate contribuiscono all’elaborazione di questo tono particolare. Per il corno, suoni cantati nel registro grave provocano battimenti come palpiti del cuore della Terra che soffre; note velate (mezza sordina); o ancora l’intonazione imperfetta delle sue armoniche naturali così belle e che ricordano le imperfezioni della natura. Il pianoforte, invece, è preparato con corde smorzate che rendono gli acuti meno luminosi. È anche ampiamente utilizzato nei registri medio e grave per tutta la durata del pezzo. Se spesso ci si sente impotenti di fronte alla distruzione delle forme di vita sulla nostra Terra, resto persuasa che noi, artisti, suonando, cantando, scrivendo, dobbiamo veicolare questo messaggio e sperare di risvegliare le coscienze. Abbiamo la fortuna di vivere su un pianeta meraviglioso e spetta a ciascuno prendersene cura. Questo pezzo è dedicato ai miei amici e musicisti Alexandre Collard e Nicolas Royez, così come ai loro figli Anatole e Nine. Camille Pépin