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Lemoine MURAIL TRISTAN - UNE LETTRE DE VINCENT

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Ref.: 349353

Descrizione


Creazione

02/01/2018 - Stoccarda (Germania), Eclat Festival, Theaterhaus - Ensemble L'Itétrie
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Eclat Festival e l'itinerario
Avviso

A Letter from Vincent, per flauto e violoncello, è il pezzo più recente qui (2018). Fa parte del ciclo Portulan, un ciclo di brani di musica da camera in via di sviluppo, che attualmente comprende otto brani, scritti per varie combinazioni strumentali tra un ensemble di otto musicisti. I Portulani erano antichi atlanti marittimi, spesso ornati di luminarie, che tracciavano le coste e indicavano i principali punti di riferimento al navigatore medievale allora sprovvisto di bussola. Ogni pezzo del ciclo rimanda a qualcosa, luogo, viaggio, lettura, esperienza estetica, di particolare significato per me. Il punto di partenza della Lettera di Vincent è un ricordo d'infanzia: un libro che mi era stato regalato, su Van Gogh, dove, oltre alle riproduzioni delle sue opere, si potevano trovare alcune delle lettere che 'scriveva al fratello Theo , che gli inviava regolarmente denaro, quadri, colori. Ero rimasto molto colpito, e commosso, tanto dalla pittura quanto dal contenuto di queste lettere, insieme ingenuo, commovente, supplicante, a volte disperato, spesso del tutto sconnesso, saltando da un'idea all'altra. Molto più tardi, ho trovato queste lettere, in particolare un piccolo libretto contenente le ultime lettere, quelle che ha scritto da Auvers-sur-Oise, durante gli ultimi mesi della sua vita, e queste emozioni infantili sono tornate. Il pezzo inizia con un breve motivo di quattro note, che evoca le parole "My Dear Theo", con cui iniziano tutte le lettere di Vincent. Questo motivo si trasformerà nel corso dell'opera, e si mescolerà con vari altri elementi - in particolare rapidissimi scambi tra armoniche di flauto e violoncello, secondo la tecnica nota come singhiozzo, metafora di una tecnica pittorica cara a Van Gogh, che consiste in l'accumulo di piccoli tocchi di vernice. Oggi vivo in questa Provenza che Van Gogh aveva scelto per trovare la sua tavolozza colorata. Certe sere, la luna piena sorge dietro i grandi cipressi del giardino...

Tristano Murai,
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