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Jobert LEVINAS MICHAEL - L'AMPHITHEATRE - ORCHESTRE

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Ref.: 193492

Descrizione


Creazione

24/11/2012 - Parigi, Cité de la musique - Orchestre Philharmonique de Radio France, Pascal Rophé (direzione)
Committente

Radio France
Nota

Quest'opera commissionata da Radio France si conforma alla disposizione e alla nomenclatura orchestrale previste da Iannis Xenakis per Terretektorh nel 1966. Ricordiamo che la prima esecuzione ebbe luogo al casinò di Royan e che, per Xenakis, l'orchestra ritrovava con quest'opera la sua vera origine in una sorta di disseminazione del corpo sonoro della vecchia formazione sinfonica.
Mi sembra evidente che le preoccupazioni spaziali e musicali de L'Amphithéâtre si allontanino dal principio di frammentazione e dalle disseminazioni stocastiche così determinanti negli anni Sessanta.
In L'Amphithéâtre, lo spazio vorrebbe contribuire a metabolizzare diversamente il linguaggio orchestrale.
Qual è questo spazio ispirato dal piano e dal progetto di Terretektorh?
Si tratta di uno spazio strutturato da una disposizione che si avvicinerebbe alla figura di cinque ovali concentrici, i cinque orchestre.
L'allegoria della figura dell'ovale e della sua chiusura è importante. Essa è il contrario della dispersione acustica. Ha ispirato la scrittura del movimento del suono, la sua traiettoria, le scale modali alterate che si dispiegano nello spazio. Stessa osservazione sulla relazione tra la disposizione concentrica delle figure ovali disegnate dalla posizione dei musicisti nella sala, la scrittura e la percezione della polifonia propagata.
L'Amphithéâtre fa riferimento, e paradossalmente in questo senso, allo spirito dell'opera di Xenakis e di Terretektorh, ma anche a quello del Rinascimento: il legame originario e fondatore tra architettura, forme e polifonie sonore.
Quello che vedo e sento come questa figura di cinque ovali concentrici in L'Amphithéâtre si decifra, si scopre nel piano architettonico di Terretektorh: otto strutture ad arco.
Da questo piano così audace di Xenakis, concepito nel 1966, legato ai principi stocastici, si possono scorgere altre figure incluse, pur rispettandone l'integrità. Si può ricavare un altro progetto architettonico e musicale che oggi può aprire ad altre direzioni: in queste otto strutture ad arco di Terretektorh, si può trovare la disposizione dei cinque orchestre (cinque ovali concentrici, tenuto conto della struttura della sala concerti della Cité de la musique di Parigi), che si dispiegherebbero polifonicamente, armonicamente e geometricamente attorno al direttore d'orchestra.
In L'Amphithéâtre, i contrappunti, le fratture complesse della scrittura musicale, sono come trascinati dal movimento rotatorio di una spirale acustica, i suoi battiti, e ciò che chiamo polifonie paradossali.
La scrittura ritmica, gli sfasamenti di echi tra gli strumenti e le orchestre, i battiti, le polifonie-timbri fanno sentire un altro contrappunto risultante da questa scrittura concentrica, una polifonia della polifonia nello spazio della sala, delle linee diagonali incurvate tra gli strumenti di uno stesso cerchio e tra i cinque orchestre.
Le orchestre 1, 2, 3 formando i primi tre ovali realizzano, posti in platea, i canoni ritmici e acustici che proseguono e sviluppano nello stesso processo le orchestre 4 e 5 situate in balconata.
La figura concentrica dei cinque orchestre costituisce l'essenza della forma architettonica e musicale di questo pezzo.
Componendo appositamente per la sala concerti della Cité de la musique di Parigi, immaginando di ascoltare questa disposizione concentrica e ovale, mi viene in mente le gradinate e l'acustica di questi edifici antichi greci e romani: gli anfiteatri.

Michaël Levinas, ottobre 2012
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