Rifiutati come Neri, emarginati come musicisti (e doppiamente esclusi come Neri e musicisti), i cantanti blues, i jazzisti e i rapper esprimono la loro singolarità. È questa singolarità che indaga Talkin’ That Talk; il suo campo di indagine è precisamente delimitato e si propone di inventariare il loro vocabolario, così come si rivela nelle produzioni orali documentate (canti, interviste e biografie registrate).
Il lessico così raccolto copre circa 5000 termini o espressioni appartenenti allo slang, al gergo specifico dei musicisti, alle diverse tecniche e pratiche strumentali, alle condizioni e ai luoghi di produzione della musica. Raccoglie inoltre metafore ricorrenti, soprannomi, nomi di luoghi, fatti storici, istituzioni, marchi commerciali, numeri e personaggi – storici o mitici.
Sia dizionario che antologia con le sue migliaia di citazioni che portano la parola nera, Talkin’ That Talk è anche un’enciclopedia che documenta una cultura oppressa diventata, incredibile rovesciamento, dominante. "Un lavoro benedettino favoloso e unico al mondo." (Le Nouvel Observateur). "Un’opera molto molto preziosa." (Bouillon de Culture, France 2)..
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