Lemoine DUFOURT H. - LE PASSAGE DU STYX D'APRÈS PATINIR - CONDUCTEUR
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Creazione 06/03/2015 - Parigi, Radio-France - Orchestre Philharmonique de Radio France, Pierre-André Valade (direzione)
Committente Radio France e Stato francese
Dedica a Pierre-André Valade
Nota Joachim Patinir (c.1480-1524) apre una nuova epoca nella storia della pittura occidentale, facendo del paesaggio la scena principale della vita terrestre. Egli attribuisce un alto significato e un'ampiezza particolare ai suoi panorami che, come racconti di viaggio, situano innanzitutto e descrivono le parti del mondo, comprese quelle del Nuovo Mondo. Una geografia lussureggiante scopre vasti orizzonti visti dall'alto, con una precisione quasi cartografica, dove si mescolano elementi fantastici e la trascrizione minuziosa delle apparenze sensibili. Il Paesaggio con la Barca di Caronte (1515-24), oggi al Museo del Prado, evoca il regno greco degli Inferi, un abisso fangoso con i suoi fiumi sotterranei e i suoi laghi stagnanti. Le anime vi sono condotte per essere giudicate dopo la morte e ricevere una sorte proporzionata alle loro colpe. Fiume paludoso e gelido, lo Stige separava il mondo terrestre dall'aldilà. Caronte, il traghettatore barbuto, vecchio ispido, scontroso e burbero, faceva attraversare lo Stige alle ombre erranti dei defunti trasportandole sulla sua barca, non senza rimproveri né invettive. Egli è al centro del quadro, di cui è il fulcro. Patinir propone una visione dell'aldilà stranamente serena ma incerta. Immenso, lo Stige si allarga perpendicolarmente all'orizzonte, riflettendo da solo l'intensa luminosità del cielo con cui finisce per confondersi. Ai lati serpeggiano le rive oscure del Paradiso e dell'Inferno cristiani. Rialzata, la linea dell'orizzonte suggerisce un effetto di profondità che viene rafforzato dalla disposizione delle spiagge colorate scelte in una gamma di toni marroni o ramati, verdi e blu. L'unità sconcertante del quadro è probabilmente dovuta alla disposizione sapiente dei contrasti di luce e ombra che abbracciano le nubi e si insinuano nelle anfrattuosità delle rive del fiume. Il "paesaggio del mondo" di Patinir è anche un paesaggio d'eternità che, attraverso la luce, unisce e fa partecipare il cosmo al destino. Questo olio su tavola potrebbe essere anche emblematico della nostra epoca, la cui carta del mondo si allarga e si incrina. Il Passaggio dello Stige, per grande orchestra, ne offre un'anteprima simbolica. L'armonia si incrina da ogni parte e non riesce più a contenere l'effervescenza del materiale. Nonostante le ampie zone sospensive che sembrano predominare, l'instabilità strutturale del dettaglio si propaga progressivamente, fomentando i disordini, dal fremito delle texture fino all'incendio degli accordi. Due principi entrano in competizione: uno, di carattere "spettrale", si concentra sui rapporti di armonia, timbro, intensità e durata, coniugando in un unico insieme tutti i procedimenti della "modulazione"; l'altro, di tipo "paradossale", affronta le tecniche di diffrazione o distorsione del suono: sonorità multi-foniche, associazioni insolite di timbri strumentali, diversità dei modi di esecuzione. Dominique Delahoche, compositore e trombonista, ha voluto condurre e coordinare le ricerche nel campo delle nuove tecniche strumentali. Queste ricerche sono state portate a termine grazie alla collaborazione di Raquele Thiollet Magalhaes per i flauti; di Yannick Herpin per i clarinetti; di Aurélien Pouzet-Robert per l'oboe; di Élise Jacoberger per il fagotto; di Dominique Delahoche e Thomas Rocton per i tromboni. A loro vada qui espressa la mia profonda gratitudine. Commissione dello Stato, quest'opera è dedicata a Pierre-André Valade.